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EMPATIA

22/08/2023

oggi riflettevo sulla parola “empatia”……….

…………….            EM  PA  TI  A                 …………………………………………….

secondo il vocabolario TRECCANI,  “EMPATIA” corrisponde alla seguente definizione: 

empatìa s. f. [comp. del gr. ἐν «in» e -patia, per calco del ted. Einfühlung (v.)]. – In psicologia, in generale, la capacità di comprendere lo stato d’animo e la situazione emotiva di un’altra persona, in modo immediato, prevalentemente senza ricorso alla comunicazione verbale. Più in partic., il termine indica quei fenomeni di partecipazione intima e di immedesimazione attraverso i quali si realizzerebbe la comprensione estetica.

 

……….. comprendere lo stato d’animo di un’altra persona e immedesimarvisi in modo da partecipare a ciò che prova, alle sue emozioni, in modo intimo e immediato …..

………………….quindi se il primo soffre l’empatico soffre, se il primo è entusiasta l’empatico è entusiasta………….

……. BELLO!!!……….

questa capacità di EMOZIONARSI insieme ad un’altra persona, di condividerne le emozioni in modo istintivo ed intimo, non è dote comune, quindi incontrare una persona empatica è davvero una gran bella fortuna: sei nel bel mezzo di una crisi, e senza parlare un empatico incrociato per caso nella metropolitana o al bar o dal fruttivendolo percepisce il tuo malessere e inizia a SENTIRE esattamente ciò che tu provi, e, e questo è il bello, non essendo investito direttamente dal tuo problema, dovrebbe essere capace di gestire con maggior lucidità tutto quanto necessario per affrontarlo e, perché no, superarlo…..

 

…………BELLO!!!………………

 

…… l’empatia secondo me è affascinante……

non è un sentimento bensì un’emozione, che è una gran bella differenza:  a prescindere dal sentimento che prova verso di te, cioè a prescindere dal bene o dal male, dai legami di sangue, dai legami di amicizia, l’empatico ti comprende, ti sente, ti percepisce……. ed è partecipe delle tue emozioni…………………

e nella mia fantasia positiva ti aiuta, ovviamente limitatamente alle sue possibilità, però ti aiuta, perché ti sente, è coinvolto emotivamente ed emozionalmente e non può che aiutarti, altrimenti rischia di restare in quella condizione emotiva dolorosa in prima persona……..

…………..BELLO!!!…………

…………..ti aiuta sua sponte, senza chiedere nulla, senza che tu debba chiedere nulla…….

………….BELLO!!!………….

….farà di tutto perché tu possa star bene emotivamente ed emozionalmente……………..

 

 …………..farà di tutto perché tu possa star bene emotivamente ed emozionalmente?……….

 

……… certo!!!!!!………….

 

……… già…………

……………però……… ……..

………….. però .mettiamo il caso in cui contemporaneamente a te, ovvero al tuo malessere emotivo, ci sia un’altra anima in pena esattamente per lo stesso motivo , e che l’empatico sia maggiormente affettivamente coinvolto con l’altra anima, che succede?…….

… …..secondo me l’empatico propenderà verso l’altra anima nonostante abbia “sentito” prima te!………

…………..o no?………

………….. uhm…………… …………

……beh, io credo di si, ahimé……

…………e chissà, forse ci sta pure, come non comprenderlo?

come non avere empatia nei suoi confronti?

e anche nel caso in cui ci fosse un’incongruenza nella sua manifestazione di nonempatia, che fai? gli dici “scusa, ma tu non eri empatico?…. 

scusa, ma tu non avevi sentito prima me?”……..

certo che no, ingoi e giri pagina….

ovviamente un tantino più provato di prima, però così è e te lo fai piacere…….

…..e però poi ti metti a riflettere su quanto accaduto…….

e ti metti a riflettere sull’empatia e la nonempatia……. o antiempatia, che dir si voglia……

… e alla fine arrivi ad una conclusione, e cioè: se così stanno le cose, se questa è la cruda realtà, se chi sta “soffrendo” deve mettere da parte la propria sofferenza e tirar fuori dal cilindro la propria empatia, ed accettare che  l’empatico è empatico nei limiti dei propri interessi, o, per meglio dire, dei propri affetti, è possibile che metta in discussione l’esistenza dell’empatia stessa, compresa la sua….. e se è così, poi c’è il rischio che ….. e la dico napoletanamente per non trascendere….. poi c’è il rischio che il neoempatico arronzi l’empatico!!! e in tutta franchezza, anche questo ci sta, ci sta eccome!!!

n.b.arronzare 

da” https://grandenapoli.it/arronzare-un-termine-dialettale-dai-molteplici-utilizzi/

La parola arronzare, in Campania, assume più di un significato, più di una declinazione. Il suo utilizzo generico è però quello di fare qualcosa male e con rapidità, di fretta, in maniera svogliata e senza l’utilizzo di impegno alcuno.

 

Ma si arronza qualcosa anche quando si arraffa tutto ciò che si può, senza nemmeno analizzare bene cosa si sta davvero prendendo. Quest’utilizzo del termine arronzare si confà anche quando ci si riferisce a una rapina avvenuta e, allo stesso modo, anche di fronte a un banchetto, a delle cibarie.
Quando arronzare viene riferito invece a un individuo, il quale è stato, perciò, arronzato, il termine assume l’accezione di maltrattare. Una persona è stata arronzata quando non è stata trattata bene, quando ci si è approcciati a quest’ultima con bassa considerazione o quando si è arrivati a mandarla via, con scusanti o meno, in rapidità.

 

 

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ORGOGLIO DI MADRE!!!

21/08/2023

tanti anni fa, quando iniziai a scrivere qui, raccontai di quanto fosse importante per me fermarmi di tanto in tanto a fare il punto della situazione del mio “cuore”  con un “bi-lancio” periodico, e di quanto mi aiutasse a raccogliere le idee fermarmi su un muretto che sembrava fatto apposta per far questo, muretto cui improvvisamente dovetti rinunciare…..

ricordo che chiusi i miei pensieri facendomi una domanda cui non ho saputo rispondere per tanto tempo: ” e adesso dove farò il mio bilancio”?…..

beh, la riposta è arrivata oggi: il mio bilancio spunta senza programmazione specchiandomi negli occhi di mio figlio!…..(precisazione necessaria su “mio figlio” : io ho 3 figli…..  anzi, per la precisione, una figlia e due figli…. quando dico “mio figlio”  lo dico in modo generico, nel senso che ciascuno dei miei figli può essere il mio banco di prova, il mio specchio, a seconda del momento e della situazione!)

ricordo inoltre di aver scritto un post in cui elencavo con un pizzico di rammarico tutta una serie di progetti inevitabilmente disattesi dal momento in cui decisi di buttare tutto all’aria per poterne portare avanti a tempo indeterminato uno e soltanto uno, pur nella coscienza che si trattasse di quello in assoluto meno conveniente nel rapporto tempo/guadagno, in quanto decisamente il più impegnativo (h24 a tempo indeterminato) e il meno remunerativo (0 euro/ora): la mamma a tempo pieno…..

….è passato tanto tempo da allora, per la precisione 30 anni, 5 mesi e 16 giorni, senza contare il tempo della prima gravidanza, ma quello è un altro mondo…..

….a volte, soprattutto dopo il raggiungimento dell’autonomia dei ragazzi, mi sono soffermata a chiedermi se fosse valsa la pena mandare al diavolo tutti i progetti, tutti i sogni, e di non creare un mio spazio soprattutto lavorativo che in qualche modo desse un senso ai miei giorni nel presente….

 e questo non perché mi sia pentita di tutto il tempo passato a “parlare” una lingua di “ghgh be ta da mmm” da interpretare a seconda del tono, dell’intensità, degli sguardi e delle smorfie di corredo…. né perché mi sia pentita delle ore vissute per terra a fare corse a quattro zampe prima e a 90° poi nel tentativo di sostenere primi passi e bloccare rovinosi capitomboli….

….e nemmeno del tempo trascorso ad attaccare cerotti, a litigare a tu per tu prima di cedere ad una richiesta apparentemente improponibile o tenere il punto in una situazione decisamente inaccettabile,

o di quello passato in cucina a pulire gli avanzi dei primi pasti in autonomia né di quello delle corse per accompagnare e/o recuperare, a/da scuola-feste-primi e secondi appuntamenti, o a fare la tassista per amiche e amici, a preparare zaini e a ristudiare la storia e le 4 operazioni, a fare torte e inventarmi animatrice, a fare il tifo alle partite di basket o la consolatrice nei momenti di sconforto…

….per il resto, per quel che riguarda me, sapevo bene che in qualche modo prima o poi avrei risolto! ;)

NONONONONO!!!

tutto questo tempo, tutte queste corse, che rifarei daccapo una ad una senza pensarci due volte, sono incise nel cuore e nella mente e per fortuna lì rimarranno e nessuno potrà mai portarmele via!!! 

…… i dubbi sorgono, le domande si affacciano per il vuoto che si crea……

nonostante chi opta per la mia strada sappia bene che via via che i figli crescono, da che ti trovi immersa in un turbine di impegni fisici e mentali tutto a un tratto ti sembra che ti sfugge tutto dalle mani e ti resta ben poco cui pensare e da fare perché la crescita dei figli è inversamente proporzionale a quella degli impegni  presi per la loro….

oddio, magliette e pantaloni, calzini e boxer da stendere e stirare, piatti e bicchieri da lavare, per non parlare delle tazzine da caffé, quelli, in realtà non mancano mai, così come il casino e il rumore sono altrettanto onnipresenti, ma quelle altre situazioni, quelle che più ti generavano pensieri, impegno fisico ed emotivo, quelli vanno via via scemando fino a sparire, ed è in quei momenti che ti chiedi:” ma che senso ha avuto? o meglio, ma io, adesso, io, a chi servo??? …..

ed è in quei momenti che ti prende lo sconforto, che rimugini sulle scelte, che ti sembra di essere inutile, che ti chiedi che senso abbia avuto…..

che ti sembra di aver sbagliato…..

vai avanti facendo appello alla tua creatività per inventarti dell’altro, ma la nostra società è costruita in modo che già a 40 anni sei fuori dal mondo del lavoro, figuriamoci a 50 e oltre (anche se ti si definisce “OCCUPABILE”!!!) e poiché, come dicevo prima, la remunerazione fin dal primo giorno del tuo lavoro è stata pari a 0 euro, difficilmente puoi inventarti imprenditrice,  ed è quindi molto probabile che piombi in uno stato di trance, conseguenza del molto tempo a disposizione difficilmente sfruttabile in modo soddisfacente…..

poi un giorno, all’improvviso, ti trovi di fronte al banco della verità, ti trovi tuo malgrado a fare il punto della situazione ed è lì che capisci se tutto ciò ha avuto un senso oppure no!

e succede quando di fronte ad uno stesso dolore, ad una stessa situazione,  ti rendi conto che tuo figlio reagisce in modo decisamente più maturo di te, che forse, proprio perché ti stai facendo tutte quelle domande sul modo in cui hai scelto di impiegare i tuoi anni più fruttuosi, capisci che in qualche modo si è ribaltata la tua posizione perché tu, madre, hai molto da imparare da tuo figlio, che al momento opportuno mostra di essere decisamente più lucido e adulto di te…

ed è lì che, mentre stai per cedere ad un ennesimo senso di sconforto, ti fermi e realizzi che in fondo, ma NON molto in fondo, quel ragazzo è diventato un Uomo perché TU hai fatto un buon lavoro, perché TU gli hai dedicato tutto il tuo tempo, in barba alla remunerazione 0 euro, in barba al monte ore con straordinari non calcolati, ferie non spese, feste non festeggiate…..

in barba al tuo stato di trance…..

e allora lo guardi con orgoglio, e si, dannazione, si che ne è valsa la pena, ne è valsa decisamente la pena, e la tua più grande soddisfazione, anzi, il tuo maggior “GUADAGNO” è sapere che al mondo c’è un Uomo in più, e c’è grazie al TUO impegno e alla TUA dedizione!!!

e per quanto riguarda il resto , per quanto riguarda te, sai bene che prima o poi, come già detto, il modo di risolvere lo trovi! ;)

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E MO’ BASTA!!!!!

14/08/2023

a me non me ne frega niente!

….. russi, ucraini, italiani, americani, inglesi, rossi, bianchi, neri……

basta!

basta tutto questo sangue!

basta tutta questa morte!!!! 

penso ai miei figli….

li ho visti crescere, giorno dopo giorno, sviluppare nuove capacità, interagire con i loro giochi, addentrarsi in nuove avventure, imparare a parlare, camminare, mangiare…. tutto quello insomma che impara via via un bimbo per raggiungere la propria indipendenza fisica e mentale…..

bello, affascinante, suggestivo, entusiasmante…..

penso a loro e mi chiedo perché….

perché a loro è stato dato vivere serenamente tra i loro giochi, le loro attrezzature, il loro papà, la loro mamma?

perché? ….

la risposta è ovvia, perché è giusto che sia così!…..

e allora, se è giusto che sia così, perché Olger e Lule e Klea e Bledi non possono vivere questa serenità?

perché hanno dovuto abbandonare, i loro giochi, i loro papà, le loro case, la loro VITA?

e perché Артём (Artyom), Александр (Aleksandr), Михаил (Mikhail), Даниил (Daniil) e Максим (Maksim), Иван (Ivan), Кирилл (Kirill), Андрей (Andrey), Дмитрий (Dmitriy) e Матвей (Matvey) hanno dovuto lasciare chi i propri piccoli nel dubbio di rivederli ancora, chi i propri studi e il proprio futuro, chi la propria VITA? ….

vivo con due dei miei figli…..

25 anni, poco più, poco meno….

li guardo, intenti ad incastrare i propri impegni con i propri obblighi, intenti a VIVERE nel presente e nella prospettiva del futuro …..

li guardo con orgoglio, li guardo con amore e il mio cuore è sereno….

d’improvviso la mia mente vede altro: imbracciano armi e uccidono….

da piccoli, come tutti i bambini, hanno strappato almeno una foglia da una pianta e quando è successo li ho sollecitati a strapparsi un capello perché comprendessero che LA VITA VA RISPETTATA SEMPRE, IN OGNI SUA FORMA….

ed ora imbracciano armi e uccidono….

IMBRACCIANO ARMI E UCCIDONO!!!

ed ora sono diventati ASSASSINI AUTORIZZATI!!!

…. sono responsabili della morte e della vita di altri esseri umani…..

improvvisamente si tingono di rosso….

i corpi dei loro COETANEI straziati da strappi disumani, lacerati dall’orrore delle esplosioni si sovrappongono ai loro corpi, ai loro visi…

corpi esanimi….

corpi e basta, da cui non zampillano più idee frizzanti, risate schiette, parole d’amore…..

corpi e basta da cui fluiscono  rabbia, odio fratricida…..

si, fratricida, perché nel 2023 non dovrebbero più esistere confini, razze, perché dovremmo sentirci tutti CITTADINI DEL MONDO!

….. e poi penso a me…..

e mi vedo disperarmi perché lui, loro, non ci sono più, sia che il loro cuore batta, sia che i loro occhi si siano chiusi…..

non ci sono più perché gli hanno strappato i sogni, gli hanno strappato il futuro……

esco di casa, apro il portone, mi guardo intorno….

quei palazzi, quelle strade, quei negozi, quegli alberi, che sono lì da sempre, da che io ricordi, sono rassicuranti proprio perché lì da sempre, da che io ricordi….

il mio cuore sorride…..

vivo in un quartiere nel cui sottofondo sonoro sono sempre presenti i rombi degli aerei….

per un lungo tempo ho vissuto altrove e quei rombi erano un antico ricordo che mi mancava… c’era un vuoto….

tornata qui, finalmente il vuoto era stato colmato ed anche quello, strano a dirsi, era parte delle mie certezze rassicuranti….

poi però improvvisamente quei rombi hanno cambiato il loro senso nella mia mente, e per quanto sappia che si tratti di voli civili, carichi di probabili uomini e donne festanti,  o uomini e donne d’affari, ho iniziato ad aspettarmi esiti esplosivi e non di rado mi vedo circondata da macerie, gente che chiede aiuto, tutto raso al suolo, vite strappate, bimbi che piangono…… cani con collare che cercano e guaiscono…..

e allora ribadisco. a me non me ne fraga niente!

A ME NON ME NE FREGA NIENTE!!!

russi, ucraini, americani, tedeschi, italiani…..

rossi, bianchi, neri….

sono vite…..

sono VITE…..

ERANO vite!!!!!

e allora BASTA!!!

BASTA SANGUE!!!

BASTA MORTE!!!!!

CHE SI DIA UNO STOP!

CHE SI BLOCCHI TUTTO QUESTO STRAZIO!!!

e poi, se non siete capaci di risolverla in modo pacifico, fate come gli Orazi e i Curiazi! solo 6 persone in tutto!

 ma ANDATECI VOI a farvi lacerare le membra!

DATE VOI la vostra vita in nome di quello stesso obiettivo per cui giocate con le vite degli altri!!! 

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“TOC TOC”….. “chi è?”……

28/06/2021

……e io quando erano piccoli i miei figli e mi rendevo conto che in qualche modo lo studio gli diventava insopportabile dicevo sempre

“innamorati dello studio, innamorati perché studiare a volte è pesante, ma se te ne innamori diventa tutto più facile, gli ostacoli si fanno più bassi, gli spigoli si smussano….”

….e poi c’è la cosa più bella, che quando ti innamori la felicità raddoppia, la gioia che si prova è sempre maggiore di quella che si proverebbe in condizioni di “calma piatta” e ti rimane dentro per ore, giorni, settimane…

….ci pensi un attimo e sei di nuovo lì, dove eri stato bene, ci sei col corpo, con la mente, col cuore e ridi e sorridi al solo pensiero….

….e in fondo, se ci penso, la vita funziona sempre così….

….quando ami la vita è leggerezza, è allegria, è entusiasmo, a prescindere da quel che succede…

…. tutto si ridimensiona, se non addirittura si minimizza….

…. quando ami, la vita è bella, a tutto tondo….

…..questo io l’ho sempre saputo, ma poi mi si è aperto un mondo del tutto nuovo il giorno che ho scoperto una cosa fondamentale:

non è di un uomo che ti devi innamorare, non è di una donna, non è di una persona, non per forza!….

….per stare bene devi semplicemente AMARE…..

…..amare in modo appassionato ogni cosa che hai, ogni cosa che fai, ogni cosa che vedi, ogni cosa che senti!

….da ragazza pensavo che sarei stata libera finché mi avessero lasciato la possibilità di pensare, di immaginare, che avrei potuto rinunciare a tutto senza soffrirne, perché tutto ciò che ero e avevo amato era in qualche modo penetrato dentro di me e quello nessuno avrebbe mai potuto portarmelo via….

…ed è vero, ma fino ad un certo punto……

….nel corso degli anni mi sono dovuta separare da persone che ero da sempre pronta a lasciare andare ed ho continuato ad amare, in modo diverso, più intimo, senza riscontri…..

….con dolore, ma l’ho fatto…..

…..ma con quelle persone sapevo sarebbe successo, ero preparata….

…..ci sono però stati degli strappi da persone, da storie, da situazioni, da cose, inaspettatamente più forti, più incisivi, quelli inattesi, imprevisti ed improvvisi…..

….quegli strappi che avevo sempre considerato impossibili, improbabili, inimmaginabili…..

….ecco, quelli mi hanno semplicemente devastata…..

….mi hanno profondamente solcato l’anima, perché nonostante il mio amore continuasse a vivere per loro, la loro separazione aveva lasciato un buco, una voragine, che non sono riuscita a colmare perché mi sono sentita persa, e dentro si è spento tutto….

….ho continuato ad amare ciò che avevo perso, ma ho trascurato tutto il resto…..

…..l’entusiasmo, la gioia, la voglia di fare, la voglia di essere, la voglia di imparare, la voglia di conoscere, la voglia di vivere….

…..ed ho iniziato a vivere una vita che non sentivo mia, che non mi apparteneva, facevo le cose che dovevo fare senza trovarci nulla di piacevole, nulla di interessante….

….. le facevo e basta….

…..e allora tutto ciò che ero sempre stata, tutto ciò che avevo sempre fatto è entrato in pausa….

……la musica, la scrittura, la lettura, l’incisione su vetro……

…..tutto…..

…..ci ho provato in questi anni, ogni tanto mi ci sono messa, ma sembrava tutto costruito, nulla di spontaneo, salvo rare eccezioni, sembrava avessi perso tutto….

…..mi sembrava di aver perso me….

…..però sentivo che non mi dovevo arrendere, tant’è che il blog è ancora qui….

…..sentivo che in un angolino dentro di me c’era una parte lontana che cercava di parlarmi ed io la mettevo a tacere e la facevo sprofondare sempre più dentro, col preciso intento di tapparle la bocca….

….però  ogni volta, dopo qualche giorno di pausa, lei ricominciava, e cercava di parlarmi…..

….. e allora  mi tappavo le orecchie….

…. è andata avanti così per credo 4 anni o giù di lì…..

…..ultimamente erano diversi giorni che mi pizzicavano le mani, guardavo il pc, lo accendevo e poi sceglievo di non assecondare quel bisogno…

….poi all’improvviso stamattina ho sentito un

“TOC TOC”

e invece di reagire come sempre facendo finta di nulla ho istintivamente chiesto

“chi è?”

e lei, da lontano, mi ha detto

“sono io! adesso DEVI ascoltarmi”…

“và via!” stavo per dirle e invece, esasperata dalle sue continue richieste, le ho detto

“avanti, facciamola finita, dimmi che vuoi una volta per tutte”

e lei, per nulla offesa, mi ha risposto con una semplice parola:

“innamorati!” ..

… “COSA DICI?” …

…. “INNAMORATI, INNAMORATI DI NUOVO!” …

…. “stai fuori?” …..e istintivamente ho pensato “ma manco morta!”

ma lei non mi ha dato il tempo di dir niente ed ha incalzato:

….. “innamorati di nuovo! innamorati della musica, innamorati della lettura, innamorati del vetro, innamorati della scrittura…. innamorati della vita!!!”

e niente, mi sa che ha ragione!

e ve lo volevo scrivere, con amore, che stavolta mi sa che cedo e mi innamoro!

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……E QUINDI GRAZIE!

06/07/2020

….. e all’improvviso oggi mi sono fermata sulla mia strada, mi sono spostata di qualche metro indietro, e la mia vita l’ho srotolata tutta davanti a me…..

e lei, come d’incanto, mentre si distendeva lentamente, faceva spuntare tutte le me del passato fino ad arrivare ad oggi, e insieme a me hanno preso vita tutte le persone e tutti i luoghi e tutte le vicende  che ho vissuto….

ed io ho iniziato ad osservarla…..

e guardando quello che ho lasciato……………………………………..

…..……………………………………………………………………………

quello che ho adesso…….

…………………………………………………………………………………….  

quello che avrei potuto avere…… ……………………………………………………………………………..

e poi quello che probabilmente avrò…….. ………………………………………………………………………………………….

ho capito che altro non poteva essere………………..

e soprattutto ho capito che se avessi scelto quello che avrei potuto avere avrei continuato a vivere una vita che non corrispondeva a me……

…………e quindi GRAZIE! ……………….

grazie, a prescindere dal dolore che ho sentito e che mi ha scoppiato il cuore e che all’improvviso a tratti torna a far male, soprattutto quando incontro lui, i suoi occhi, la sua voce, e mi investe la malinconia di non poter vedere incanutire il suo torace…..

e poi però riguardo a noi ………….

e so che a prescindere dai quarant’anni di ostinati tentativi, di fatto erano del tutto divergenti i nostri obiettivi, troppo distanti le nostre considerazioni per poterci adattare l’uno all’altro………….

ed avrei dovuto continuare a spegnermi……….. per lasciare spazio a lui ……………..

uno spazio comunque angusto per lui, in cui pareti addossate gli stringevano l’anima…..

uno spazio in cui nessuno poteva essere sé………..

e per fortuna, comunque, lui è sempre qui, come io sono sempre qui, e adesso quando lo guardo e i miei occhi incrociano i suoi, leggo la malinconia e il dolore anche nei suoi, ma anche la promessa di esserci sempre, in un altro modo, con amore probabilmente immutato ma coscienti di non poter essere quello che pensavamo…………..

e quindi grazie a lui, per aver accolto comunque questo stravolgimento……..

ma grazie anche a voi, per avermi dato la possibilità di essere semplicemente quello che sono, niente di più, niente di meno, perché per me è quanto di più prezioso potessi avere: essere quello che sento di essere….

…. e grazie a chi oggi è tutti i giorni di fronte a me e, assolutamente diversa da me, mi dà l’opportunità di riflettere su quello che ho fatto, quello che sono stata, quello in cui ho creduto, per scoprire sempre, ogni giorno, di riconoscermici ancora, perché proprio tutto quello che ho fatto, che sono stata, in cui ho creduto, proprio quello è stato ciò che mi ha permesso di fare a mia volta la stessa cosa…..

mi ha permesso di donare a mia volta la libertà di essere quello che loro sentono di essere, di fare e dire e pensare tutto ciò che sentono a prescindere dalle convenzioni, a prescindere dagli altri, e di ribadirlo senza rincorrere l’approvazione degli altri, di essere fuori dal coro…..

e quindi grazie a loro, che hanno avuto ed hanno il coraggio di opporsi al mondo, un mondo che li voleva uniformati, pur raccogliendo un numero infinito di scontrini di somme molto alte, ma senza cedere mai, e vedo già in loro la forza, il coraggio, la ferma volontà di continuare ad essere semplicemente quel che sentono…..

e grazie sempre a voi, per avermi dato in questo modo la capacità di comprendere di essere semplicemente altro dagli altri, non migliore, non peggiore, ma solo altro, solo me, e per questo diversa dagli altri, come tutti del resto, e di aver avuto la forza e il coraggio di continuare ad essere diversa anche e soprattutto in contesti che mi volevano altro….

e di aver avuto ed avere tuttora l’umiltà di esser cosciente di non sapere tutto, e per questo potere e volere imparare ancora e da chiunque, anche e soprattutto da chi apparentemente sembrava sapere ed essere meno di me, perché da loro ho potuto imparare quello che altrimenti non avrei potuto mai conoscere né farlo diventare parte di me….. modificato, adattato, ma comunque generato proprio da quei preziosi incontri alternativi appartenenti a mondi che imprevedibilmente ho cercato e vissuto……

e quindi grazie a voi per avermi insegnato l’umiltà e aver osteggiato l’alterigia e la supponenza, grazie, perché così ho potuto salvarmi, ho potuto risolvermi, ho potuto affrontare le prove e i conti che mi ha presentato la vita e fare le scelte che mi hanno portata ad essere me e ad essere fiera e felice di essere me…..

e quindi grazie a te, che mi hai dato e mi stai dando la capacità di prendere coscienza, giorno dopo giorno, di quello che sono, e di imparare a cambiarlo se non mi piace, se non collima con me stessa, con quello che cerco ogni giorno di diventare e di essere….

e grazie anche a lei, che quel giorno mi passò un link in cui tu, un uomo sconosciuto che mi ricordava un grande prezioso perduto amico, parlava con parole strane, ma che nel giro di qualche mese mi avrebbe aperto un mondo di orizzonti nuovi che giorno dopo giorno mi hanno dato e mi danno la capacità di sconvolgere la mia vita e scegliere una strada che, sola, non avrei mai osato percorrere, la strada della libertà interiore, la strada per la scoperta di me…..

e grazie al mio grande prezioso perduto amico che inconsapevole, per il solo suo somigliare fortemente a te, in qualche modo mi ha suggerito che dovevo ascoltarle quelle parole strane, perché mi è sembrato che mi arrivassero da lui tramite te……

 e quindi grazie a me, che ho saputo cogliere  doni senza fiocchetti, ma preziosi più di un diamante, e che sono di nuovo qui, ancora una volta, a cercare di fermare su un foglio quello che a volte non riesco a dire!

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FB: “a cosa stai pensando?”

22/04/2020

e come tutti i santi giorni anche oggi FB mi chiede

“a cosa stai pensando?” 

e diversamente dagli altri giorni non gli rispondo

“ma a te che te ne frega?”

e mi ci metto a riflettere e no, non sto pensando, mi sto analizzando….

anzi sto analizzando le mie paure…..

…..paure?…..

………………uhm…………….

……no, non si tratta di paure vere e proprie, sono certa di non aver paura del covid-19, sarò stupida, irresponsabile, ma che ci posso fare? io non sento “paura”…..

la paura, quella vera, la sentii la prima volta alle 19,34 del 23 novembre 1980:

il terremoto in irpinia!

e quindi in campania!

QUELLA è la MIA idea di “ PAURA”!

quella che con il pavimento sotto i piedi e le gambe sopra ti tremano pure i pensieri!

ovvio che vivo in questo modo forse troppo leggero questo “momento” perché per mia GRANDE fortuna qui in campania la situazione è abbastanza tranquilla e sotto controllo…..

…..fossi stata colpita direttamente o negli affetti, la MIA idea di paura sicuramente coinciderebbe col covid-19!

ma al momento non è così, e spero che così rimanga, così da poter continuare ad avere solo il terremoto quale misura di riferimento per valutare il livello della MIA paura!!! ……

…..e allora se non è paura cos’è? …..

…potrei direi che vado in panico?…..

……macché! non è quello il panico, e lo so bene, anche quello più che sperimentato, ma per fortuna senza strascichi, perché quello, se capisci che sei tu stessa a generarlo, capisci pure che puoi stroncarlo!…

no, il panico, quello, lo puoi gestire!…

…………e allora, che mi succede? ……..

in tilt!!!!

vado in tilt, quello si, vado in tilt come se fossi un flipper, solo che invece di accendersi, le lucine si spengono tutte, la testa si trova al buio e non vedo più!

e penso a vanvera e mi muovo a vanvera!

e succede sempre, tutte le volte che vado a comprare qualcosa…

….e succede perché cerco con tutte le mie forze, coscienti e inconsapevoli, razionali o passionali che siano, di continuare ad avere SOLO ed esclusivamente  il “mio” terremoto/riferimento per la paura……

e meno male che ormai riesco ad organizzare le cose in modo da non scendere, salvo emergenze/eccezioni, più di una volta ogni dieci giorni….

…. e stamattina, puntualmente, è successo….

………….ancora una volta………

e la cosa si deve risolvere, perché, fondamentalmente, il tutto si svolge sotto lo sguardo divertito e compassionevole di mio figlio che, sentita la porta aprirsi, mi raggiunge in cucina e, braccia incrociate, si pianta davanti a me e inizia a godersi lo spettacolo di una me che ogni volta è più cosciente di quanto, totalmente in preda all’irrazionalità, possa far divertire gli altri!

che poi in effetti manco è un dramma, alla fin fine ci si può sentire pure utile a far ridere gli altri, perché ridere fa bene, e far stare bene mio figlio è pur sempre un bel risultato….

ma non rido io! non all’inizio, almeno, e questo non va bene!……

e stamattina, che sono dovuta uscire, ero convinta che sarei riuscita a tenere la situazione sotto controllo, e invece all’ultimo momento mi è letteralmente sfuggita di mano come al solito….

……già entrando nel palazzo, nel prendere le chiavi, mi sono resa conto che si stava mettendo male perché mi sono sentita dir loro:

“voi, comunque, vi ho sistemate, tanto vi prendo con i guanti e, tempo di aprire la porta, finite di nuovo in tasca e ci rimarrete fino alla prossima volta, e il primo passo è fatto”!

e già questo, parlare con le chiavi, già questo non va bene, non va proprio bene, e quindi, intuito come stava girando, uscendo dall’ascensore mi sono fermata e mi sono detta

“paola, controllati!”,

ho tirato un respiro profondo di rilassamento e sono entrata…

…..ma ho vacillato “salutando” le chiavi! …..

…entrata, mi sono detta “dai, cominciamo!”….

e subito dopo

“eh, cominciamo, la fai facile…. cominciamo, ma DA DOVE? cosa tolgo prima? i guanti? la giacca? la mascherina? o le scarpe, che considerato l’uso che se ne fa ultimamente sono diventate quasi un accessorio sconosciuto e sicuramente più insopportabile di prima?”

eh, ma ovviamente non deve scattare improvviso ed impellente il bisogno urgente di andare in bagno? manco fossi stata fuori tutto il giorno!

“ok, allora prima il bagno, sennò non riesco a fare niente!… eh no, non posso, ho cose che devono andare subito in congelatore! .. evvabbé, che sarà mai! aspettano…. già, e ma inizia a far caldo, e già son state fuori un sacco di tempo…..vabbè, dai paola, concentrati, non pensare al bagno e opta per lo svuotamento del carrello… eccerto, ma se indosso ancora tutta sta roba! bene, allora prima la giacca, così ci togliamo di mezzo il problema-giacca”…

….essì, problema, perché la prima volta che sono rientrata, per prima cosa ho preso la giacca e tutto quello che avevo indossato ed ho buttato tutto in lavatrice….

…..poi però mi sono pentita, perché ho pensato che se fosse venuto il terremoto (il pensiero costante del terremoto è un’altra traccia indelebile dell’esperienza passata che non mi abbandona mai) non l’avrei avuta sotto mano….

….eh, si, mio caro governatore de luca, sappi che per quanto grande sia la mia stima per la tua risolutezza nel gestire questa sciagura, per quanto condivida le rigide misure cautelative, sappi che se viene il terremoto io su non ci sto!

questo l’ho detto da subito ai miei figli, alle mie sorelle e a mio fratello:

“si, io resto a casa tutto il tempo che serve, va benissimo, ma sappiate che se viene il terremoto io scendo, e se mi arrestano, pace”….

…..per fortuna, almeno finora, il terremoto non c’è stato, non qui…

….e comunque io la giacca non la butto più in lavatrice, me la levo con cautela e la appendo subito sull’appendiabiti, incastrandola verso il muro, non sia mai qualcuno dovesse urtarla e infettarsi!….

……questa situazione comunque mi ha fatto capire un paio di cose:

1) non avrei mai potuto fare l’infermiera, il medico, la virologa o la biologa, mi sarei sentita sempre sporca e probabilmente non avrei avuto figli per non dover affrontare il terrore di infettarli con qualcosa portata da me! e questa, non avere figli, sarebbe stata davvero una gran brutta cosa…..

; 2) per fortuna non soffro di rupofobia, ovvero paura dello sporco, non avrei retto molto!…

“ok, la giacca è a posto, e adesso? adesso proviamo a togliere i guanti come ha fatto quello in tv: arrotola il centro del guanto intorno all’indice della mano opposta, fai lo stesso con l’altra mano, tira e si sfila….

…eddai, e togliti!….

ma tu vedi!

si allungano ma non si tolgono!….

eccheccavolo!

ma quello l’ha fatto in un secondo!….

evvabbé, pollì, forse quello non aveva i guanti power free!”

ok, tolti i guanti facendo finta di esser riuscita a fare come quello in tv, corriamo in bagno a lavare le mani ma senza sostare più del necessario per salvare i surgelati!

ok, ci siamo, passiamo al carrello…

“uhccavolo, il carrello! ho tolto i guanti e non ho disinfettato prima il carrello! e ma con i guanti infetti che senso avrebbe avuto disinfettare il carrello? quindi? quindi un altro paio di guanti! ma devo togliere ancora la mascherina, prima la mascherina!…

questo virus costa troppo!

è uno che spinge allo spreco!

mi fa una rabbia dover buttare guanti integri ogni volta!… “

intanto mio figlio, che già mi ha osservata durante l’operazione guanti e mascherina senza dire una parola, poiché il mio dialogo con me stessa e con le cose con cui ho a che fare ogni tanto si sposta sul piano verbale, in quei momenti cambia espressione, e il suo sguardo divertito si fa misto di un po’ di preoccupazione, ma continua ad essere solo spettatore…. sempre piantato lì, braccia conserte…..

io ormai ci ho fatto l’abitudine a questa sua supervisione immobile e non mi arrabbio manco più, anzi la prendo come sprone per non perdere, finché ci riesco, il controllo di me stessa e delle mie azioni…..

fra un dubbio e un altro circa la contaminazione degli oggetti prendo con le punte dei polpastrelli le bottiglie dei detersivi e mio figlio mi fa “ATTENTA!” e mi fa fare un salto, io lo guardo con aria dubbiosa e lui ridendo mi dice semplicemente “potrebbe essere contaminato!” ed io “ ahè, simò!” e continuo, poi mi fermo: sott’occhio vedo che lui sta per toccare il manico del carrello

“FERMO!!!” …

lui si blocca “che succede?”

“NON TOCCARLO!

mi sono distratta, pensando ai guanti sprecati non l’ho più disinfettato!” e non so nemmeno come mi si materializza fra le mani uno straccetto imbevuto di alcool, ed inizio a strofinare…

“fatto!”

e contemporaneamente sento

“AH!” …

mi blocco, mi giro di scatto, lo guardo con aria interrogativa, e lui mi fa “volevo vedere se stavi attenta!” e mi strizza l’occhio…..

ed è a quel punto che mi fermo, tiro un respiro profondo per rilassare soprattutto la testa, lo guardo e sorrido

“questa storia va risolta, giusto?” …

“eh si, mamma, credo proprio che tu debba risolverla, non reggerai ancora molto se continui così!

ragiona, le mele, le arance, la mozzarella, come le disinfetti?”… e mi abbraccia…

e lo abbraccio…..

virtualmente, s’intende! ;-)

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Mì…..

08/09/2019

e così te ne sei andata….

…..all’improvviso….

……stop, chiuso, finito ….

…..andata….

…..portandoti via le nostre voci, i nostri sguardi, i nostri contrastanti pensieri, le nostre discusse posizioni, le nostre parole che rimbalzavano da sempre come in un lungo interminabile duello a ping pong….

…..era quello il nostro modo….

……e tutto d’un tratto il silenzio….

………….la tua voce mi risuona nella mente….

e basta!….

lasciami stare!….

adesso la devi smettere!….

………..

………ti voglio bene… anch’io, ti amo di un bene infinito…..

………….progetti insoluti, promesse mancate, parole nel vuoto….

………..carezze sospese….

……..e quel bacio…..

……..quanto era irritante la tua pretesa ad ogni incontro notturno…

……dammi un bacio…. te l’ho appena dato!…

………dammene un altro…. che palle che sei….

………..e tu che ridi, ed io che rido, e poi vinci tu e te ne prendi irrimediabilmente un altro….

……….ne prendi prepotentemente un altro….

….sempre!….

………..Pallì….

………e io capivo e sbuffavo….

……..che vogliamo mangiare… e poi non era mai quello….

………..te ne sei andata la mano nella mia mano…. il tuo corpo scosso da una mano potente che ha strappato via il tuo alito vitale ed io l’ho visto andare via…..

……ed io ti ho vista andare via: io e te, sole quasi fino all’ultimo momento….

…….un istante e sei andata via….

………..un istante ed ho chiesto aiuto a chi ti ha amata tanto quanto me….

……..un istante e mi sono specchiata negli occhi commossi di chi ti amava tanto quanto me….

………un istante e sul tuo volto un sorriso sereno, appagato….

…hai incontrato il tuo uomo! sono certa che fosse lì ad aspettarti, è solo così che mi spiego il repentino disegnarsi sul tuo volto di quella pace tanto cercata e finalmente raggiunta!….

…….era lì il tuo uomo…

………..era lì mio padre….

…………le pantofole macchiate di colla, i jeans con la vernice e lo stucco, le maniche della camicia rigirate a tre quarti, lo sguardo sorridente che sbircia da sopra gli occhiali, la mano protesa verso te, pronto ad accoglierti per un giro di valzer….

……..ed io come da piccola  fermavo i miei giochi per guardarvi ballare, io in quel momento ho fermato il cuore e ti ho guardata andare…..

….era lì e gli sei andata incontro e ci hai lasciato la serenità sul tuo volto che ha cancellato tutte le sofferenze di quegli ultimi giorni….

….di quegli ultimi istanti…..

……..e adesso? ……….

e adesso chi riuscirà a rivoltare la mia anima come un calzino permettendole di sviscerare i più reconditi anfratti?

adesso chi penetrerà mio malgrado la mia anima?…….

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La Casa…..

01/09/2019

montalbinoche poi quando ci stai in un posto non ti accorgi di niente, mentre quando sai che non ci tornerai più, che lo stai lasciando, allora lo guardi come quando ci sei arrivata la prima volta, solo che gli occhi sono diversi….

e pure il cuore è diverso…..

quando arrivi scopri tutti gli angoli, quelli belli e quelli brutti…

un po’ ti incantano, un po’ ti innamorano…

un po’ ti disturbano…

poi te li dimentichi, tutti, indifferentemente, ed è come se stessero lì nascosti e non si facessero più vedere….

o forse sei tu che sapendo che li puoi guardare ogni volta che ne hai voglia non ci fermi più lo sguardo…

e poi ad un tratto loro, anche se non l’hai detto ancora a nessuno, loro se ne accorgono, lo sentono che li stai per lasciare, ed è come se ti chiamassero, come se ti chiedessero di accarezzarli ancora una volta….. ….per l’ultima volta…

uno ad uno, all’improvviso, catturano i tuo occhi e contemporaneamente, proprio in quel punto, sotto il balconcino con le piante grasse pendenti, vedi anche tua figlia alle prese con le prime uscite da sola mentre il tuo cuore impazza finché non sai che è giunta a destinazione….

e nella piazza improvvisamente c’è una folla di bici e di spettatori e tu sei lì, sotto il sole cocente, insieme ad una schiera di adulti supervisori e di bambini d’ogni età, e ti imbarchi in una passeggiata a sei ruote, e  fra uno sguardo alla strada ed uno ai tuoi figli-compagni, ti godi le campagne dei dintorni…..

per non parlare delle risate e dei gridolini dei bimbi sotto scuola….

anche adesso che è chiusa, la scuola porta sempre in sé il corale grido festante che annuncia l’ultima campanella dell’anno o quella dell’inizio delle vacanze….

lo custodisce per restituirlo ai nuovi bambini il prossimo anno….

ed io pensavo sempre che l’avrei risentito ancora….

e restano sempre tutti lì anche i genitori e i bimbi che si incamminano verso l’uscita e che col loro vociare mi dicono che è ora di pensare che bisogna mangiare ….

restano tutti lì anche se l’anno dopo non saranno più gli stessi….

ma saranno sempre quelli i passi, sempre quelle le voci, sempre quelli i colori….

….ed io pensavo sempre che li avrei rivisti ancora…..

e che dire di loro, le montagne…..

quelle che col mutare delle loro ombre e dei loro colori segnano il passare delle ore…

quelle che scompaiono di notte lasciando in loro vece, rigide come un foglio di masonite nera, solo le proprie sagome, per riapparire al dissiparsi dei colori del buio, seguendo il ritmo della danza della luce, fino a riappropriarsi del tutto della propria tridimensionalità per dar sfogo a un nuovo gioco di nuovi colori nel nuovo giorno appena sorto…. ed io restavo sveglia fino al loro riapparire e quelle volte che gli occhi mi si chiudevano pensavo che domani e poi dopodomani e poi sempre sarebbe nato  un nuovo giorno che mi avrebbe emozionato ancora e poi ancora e poi sempre….

e poi ci sei tu, col tuo pungente manto verde, impropriamente velluto allo sguardo, le dolci pieghe che regalano sfumature di verde irripetibili da un pennello…

 

tu, parete di rimbalzo talvolta di fastidiose monotone voci cantilenanti, talaltra di gioiosi rintocchi di campane festanti…

tu, in cui il mio sguardo ha ritrovato il mondo dopo essermi persa in pensieri di altri mondi, di altri luoghi, di altri volti, di altre voci….

….ed io mai avrei pensato di non poter più immaginare di passare il palmo della mia mano sui tuoi pendii né di non poterti più percorrere in improvvise passeggiate primaverili….

e invece d’un tratto un tonfo al cuore….

…..ed ho iniziato lentamente, giorno dopo giorno, per lunghi interminabili mesi, a portar via gli oggetti e contemporaneamente a fare spazio nel mio cuore per conservarci tutte le voci, le risate, i pianti, le litigate, le corse, i giochi, dei miei figli che crescevano ed anche quelle dei piccoli amici che ti hanno vissuta, che mi hanno dato la voglia di essere, che mi hanno aiutata a crescere, ad essere quella che sono e che amo essere, e tutte le risate con gli amici e i loro sguardi, le loro parole, le loro voci,

…..e le discussioni e le chiacchiere con i miei vicini….

e adesso sono tutti qui, nel mio cuore, nella mia anima, nella mia mente…. 

e pensare che ero convinta di avere una casa ed una Casa, e che tu fossi la casa….

e invece oggi scopro che di Case ce ne possono essere più d’una, perché è Casa ogni posto in cui lasci un pezzetto di cuore….

e oggi scopro di lasciarne un pezzo anche qui….

oggi scopro che per me sei Casa anche tu….

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SUPER PAMACADA

25/07/2019

e niente, io comunque sono forte…..

anche se non ho…

io non ho, ma sono forte…

ed è una forza che non si può conquistare con l’allenamento, non servono muscoli, non servono bastoni….

e non c’è arte marziale che tenga….

io sono più forte….

perché è una forza che viene da lontano….

è una forza che nasce da dentro….

certe volte mi fa pensare a Dragon Ball e precisamente alla fusione tra Goku e Vegeta: loro si mettono in posizione, fanno la danza di Metamor e nel giro di tre, quattro passaggi sono belli che fusi e danno vita al Super Saiyan: GOGETA , se ricordo bene….

una struttura imponente, con poteri rafforzati!

BELLO!

incute un certo timore anche il solo vederlo!

ecco, anche la mia forza deriva da una fusione…

il risultato non è evidente come in Dragon Ball, ma la mia forza è anche maggiore perché non è condizionata dal tempo, è perenne!

la mia forza sono le mie sorelle e mio fratello!

e tutto ha origine da mia madre!

e niente, lo volevo dire!

sentivo di volerlo dire che anche se non ho niente, anche se non sono niente, mi sento più forte di un Super Saiyan, perché anche se fuori sono sempre io, mi basta uno sguardo, una telefonata, e divento Super Pamacada, e dovessi mai incontrare Gogeta…. povero lui!!! ;)

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LA CAMERA OSCURA

17/12/2017

Uhm………………

……..camera oscura……….. ………camera oscura……… 

scrivere partendo da camera oscura?!? …….ma che razza di punto di partenza è mai questo!

ovvio che il pensiero vada subito alla fotografia, ma io non voglio dirottare i miei pensieri verso quell’ambito: da piccola mi piaceva un casino fotografare, tant’è che mio zio, collezionista dei più svariati tipi di macchine fotografiche, cineprese, proiettori e via cantando, alla mia prima comunione mi regalò una kodak automatica modello nonmiricordoquale ed una gran quantità di rullini e flash, quelli a cubetti, che dopo lo scatto giravano per cambiare lampadina… chissà perché mi affascinava osservare il vetro dalla parte della lampadina bruciata… e  chissà se l’uomo che comprò la polaroid al mercatino è riuscito a trovare la pellicola………..

eh, si, da quel giorno e per lungo tempo non so quanti scatti ho fatto, e quanti rullini ho portato a sviluppare…..

certo che ora si è persa buona parte dell’emozione per le foto: scatti, guardi, se non ti piace butti e rifai, oppure fai una decina di scatti e poi deciderai cosa tenere, cosa buttare, ma prima della digitale era tutt’un’altra cosa, tutt’un’altra emozione: andavi dal fotografo, consegnavi e sapevi che, se ti andava bene, dovevano passare almeno un paio di giorni per verificare i risultati, e quando andavi a ritirare non ti eri nemmeno girato per uscire dal negozio che stavi già guardando la terza/quarta foto e scoprivi le sorprese, ed eri felice come quando aprivi l’uovo di pasqua! 

non ero assolutamente una gran fotografa, anzi: foto nere, foto mosse, foto bruciate e poi improvviso un tramonto spettacolare, una posa imprevista, un volto non identificabile….. 

sopra-pozzuoli

non ero granché, ma mi divertivo davvero, poi un giorno è arrivato lui e poiché anche a lui piaceva fotografare ed era più bravo (o forse io così credevo) gli ho ceduto il passo….

il primo di una lunga serie di passi ceduti, scelta sballata per cui oggi mi trovo spesso a chiedermi cosa mi piace, chi sono, ma soprattutto dove ho lasciato i fili spezzati quarant’anni or sono, per poter riattaccare tutti i pezzettini di me che ogni tanto trovo sparpagliati qua e là rovistando nei cassetti della memoria, quelli pieni di polvere, che non rivisitavo da tanto tempo perché non trovavo mai il tempo per riordinare me…..

… guidare….

…….anche quello l’avevo ceduto, ma era una rinuncia il cui prezzo era troppo alto, perché mi faceva soffrire troppo, ed un giorno, non so come, forse con prepotenza, mi riappropriai del diritto di alternanza!

….. camera oscura….. camera oscura…….

niente, sta camera oscura non mi ispira proprio nulla, ho anche letto i lavori già pubblicati che ovviamente sono solo spunti da depennare, perché il copia copiella non l’ho mai preso in considerazione, manco a scuola nei compiti scritti,  figuriamoci ora….

no, mi sa che questo lo salto…..

…….camera oscura…..

a parte il fatto che la sola idea della camera oscura mi dà un senso di oppressione pari a quello provato quella volta in cui, in piena estate e col palazzo praticamente disabitato, rimanemmo chiusi in ascensore con mamma e papà talmente tanto tempo che ad un certo punto papà, visto che quei pochi condomini che c’erano non reagivano al suono dell’allarme, cominciò a dare dei pugni tanto forti alla porta esterna da farci un buco! io ero piccola ma ricordo ancora il mio sconcerto nel vedere la porta sfondarsi e l’immediato arrivo dei soccorsi: il rumore era stato decisamente forte! e il buco rimase lì per anni…

non ho mai avuto paura degli ascensori, nemmeno dopo questo episodio, ma ricordo il dubbio nel vedere quello del palazzo dove prendemmo casa: una scatola di metallo, ampia da contenere un passeggino gemellare, la porta unica scorrevole quasi  a sigillarla una volta chiusa, il mio pensiero andò subito lì: e se si ferma? lui mi disse che in caso di mancanza di elettricità automaticamente sarebbe scesa al piano -2… -2? con una bambina di due anni e mezzo, il passeggino e la spesa?!? meglio non pensarci…

ecco! gira e volta comunque i miei ricordi sono intrecciati, quelli del passato solo mio non riescono a rimanere isolati, il passato condiviso riesce sempre ad infilarcisi in mezzo, ed io vorrei poterlo cancellare, distruggere, annullare, ma con tre figli di mezzo mi sa che rimarrà sempre prepotentemente presente…

…..dovrò rassegnarmici…

…..chissà, forse ci riuscirò quel giorno in cui mi sarò riappropriata di tutti i fili spezzati e riuscirò a creare dei by pass talmente saldi da riconoscermi in qualcosa, costruire qualcos’altro e riportare la serenità nella mia vita e, soprattutto, nella mia mente…..

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