Archive for 31/05/2013

Amori sbagliati

31/05/2013

Mi distruggerai . Notre Dame de Paris voce V, Matteucci – caricato da marwa marina

 

 

Stasera sto pensando ad un’amica innamorata……. che bello l’amore….. quando sei innamorata sei VIVA….. ma se ti innamori della persona “sbagliata”?………

può succedere di innamorarsi della persona sbagliata…….

difficile non incorrere almeno una volta nella vita, da ragazzi o da adulti, non importa quando, in un simile “incidente di percorso”……
e “sbagliato” un amore può esserlo per tanti motivi, non importa quali: tu sai che è un amore impossibile, e sai che devi toglierlo dalla tua mente, dal tuo cuore….. devi “liberartene” o, come disse una persona qualche tempo fa, devi “rientrare”……
“rientrare”….. razionalmente è facile: tagli, metti degli spazi, fai crollare ponti, alzi barriere….. ma se, nonostante tutto, il tuo pensiero fisso è lì? se nonostante il tempo, resta tutto immutato e, raggiunto un livello di “controllo” sufficientemente accettabile, hai paura di scoprire di aver “fallito”?
…….se, nonostante i muri alzati, all’improvviso il tarlo della sua esistenza ti rinchioda la mente, vedi solo i suoi occhi piantati nei tuoi, o ti rendi conto che mentre ti parla non riesci a seguire perché resti concentrata solo sulla sua bocca? la sua bocca che vorresti baciare……
se nonostante la razionalità, i buoni propositi, gli innumerevoli tentativi succede tutto ciò, come si fa a “rientrare”?
In fondo quando ti innamori di una persona, anche dopo il distacco almeno un pezzettino lo porterai sempre con te….. non puoi cancellarla come fosse un tratto di matita, far finta che non sia mai esistita, che non abbia mai incrociato la tua strada……. se ci riesci, non ne eri innamorato…… ne porterai sempre una parte, seppur piccola, dentro di te, per quanto possa non volerlo, per quanto possa cercare di incastrarla nel cassetto più inaccessibile della mente…… certe persone, poi, entrano così prepotentemente nella tua vita da non potertene più disfare, sono talmente “invasive” (ehi, non invadenti, ma invasive!!!) da lasciare una traccia indelebile nel tuo cuore, nella tua mente, anche a distanza di anni…. o decenni….. e questo indipendentemente dal tempo occorso per lasciarla la scia……
certe volte basta un giorno, una settimana, e resta lì per sempre….. ed un muro che argini, che contenga, è necessario alzarlo, anche se poi si rivela fatto di argilla piuttosto che di granito……
ho letto da qualche parte che da ragazzi non si ama realmente quello che è l’altro, ma quello che di sé si riconosce nell’altro, quasi l’altro fosse uno specchio: più ci si riconosce nell’immagine restituita più è forte la passione, la gelosia….. l’amore……
man mano che si avanza con gli anni, man mano che scema questa forma di egocentrismo, non si cerca più la proiezione di sé nell’altro, ma lo si ama e lo si accetta per quel che è, difetti compresi…… e non c’entra nulla l’aspetto fisico, perde di consistenza ogni canone di bellezza di riferimento, non hanno alcun peso l’età, l’altezza, la pancia, lo status…. conta solo quello che è lui/lei, quello che ti ispira, quello che ti scatena…….
uhm….. quello che ti scatena……. e se fosse un “problema” essenzialmente chimico? be’, se così fosse, probabilmente basterebbe una piccola curetta, semmai omeopatica, e il gioco sarebbe fatto, chissà!
amore adolescenziale e amore adulto, passione e….. e?……. boh, non so definirlo….. pensiero fisso sicuramente, pensiero travolgente…..
“tu mi hai gettato nell’abisso di un pensiero fisso….. mi distruggerai…… e maledico te perché di te non vivo…..”
così canta Frollo ad Esmeralda nel recital Notre Dame de Paris: la desidera ardentemente ma sa che non potrà mai averla e si perde nella coscienza della sua ossessione al punto da far condannare la Zingara pur di esorcizzarla…..
l’eliminazione fisica di lei sarà la strada per la liberazione della sua anima, perché solo così potrà tornare quello di un tempo, colui che aveva due amanti “inoffensive”, la religione e la scienza……
una soluzione dura, drastica….. definitiva…….
ma se poi l’escamotage dovesse rivelarsi un fallimento?
come si sopravvive ad uno strappo irrimediabile?
Frollo non può esserci in alcun modo d’esempio: Frollo, pur se non per sua volontà, muore subito dopo Esmeralda, non riuscirà a misurarsi con la nuova realtà……

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Musica… Musica… Musica…..

31/05/2013

Aldo Ciccolini: 6 Consolazioni (Liszt) – caricato da volodya2


Fin da piccola ho sempre pensato che la musica avesse il potere magico di farmi avvicinare a Dio e alle persone amate con cui non potevo più parlare. Lo studio del piano mi ha dato un’opportunità in più per poter sfruttare questo canale. E la passione per il canto, mai approfondito, ma sempre esercitato in ogni momento della giornata, continua ad essere a tutt’oggi una delle maggiori soluzioni per scaricare energie negative che si accumulano inevitabilmente nella quotidianità. Oggi non suono più, per tantissimi motivi, ma il solo accarezzare i tasti del pianoforte provoca in me emozioni indescrivibili. E nonostante il possesso di un lettore MP3 che mi accompagna in ogni momento ed in ogni luogo, aprire il mobiletto dei dischi, prendere un LP dei Pink Floyd e quello della raccolta dei notturni di Chopin e restare ad osservarli nell’imbarazzo della scelta ha tutto un altro sapore.

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Costruire o Piantare – Brida – Paulo Coelho

31/05/2013


…Un testo anonimo della Tradizione afferma che, nel corso della propria esistenza, ogni essere umano può adottare due atteggiamenti: Costruire o Piantare. I costruttori possono dilungarsi per anni nei loro compiti, ma arriva un giorno in cui terminano la propria opera. A quel punto si fermano, e il loro spazio risulta limitato dalle pareti che hanno eretto. Quando la costruzione è finita, la vita perde di significato.
Poi ci sono quelli che piantano: talvolta soffrono per le tempeste e le stagioni, e raramente riposano. Ma al contrario di un edificio, il giardino non smette mai di svilupparsi. Esso richiede l’attenzione continua del giardiniere ma, nello stesso tempo, gli permette di vivere una grande avventura.
I giardinieri sapranno sempre riconoscersi l’un l’altro, perché nella storia di ogni pianta c’è la crescita della Terra intera…”

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Figlia – R. Vecchioni

29/05/2013

Figlia . R. Vecchioni – caricata da Raffi Capi


“…e figlia, figlia

non voglio che tu sia felice

ma sempre contro

finché ti lasciano la voce

vorranno

la foto col sorriso deficiente

diranno

non ti agitare che non serve a niente

e invece

tu grida forte

la vita

contro la morte…”


quale dono più grande si può fare ad un figlio dell’insegnargli a lottare per ciò in cui crede?

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Father forgets

29/05/2013


Tanti anni fa in un libro scoprii uno stupendo brano di W. Livingstone Larned e me ne innamorai subito.
Presi un foglio, copiai il brano, poi presi lo scotch ed attaccai questo che per me è una sorta di manifesto alla porta d’ingresso, così da avere la certezza di poterlo ricordare ogni giorno al solo vederlo.

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oggi, dopo 18 anni, è ancora lì, sicuramente ingiallito dal tempo, ma sempre valido per svolgere la sua funzione, ovvero quella di farmi ricordare che i miei figli (come tutti i bambini e tutti i ragazzi) hanno tutto il diritto di sbagliare ed io(come tutti gli adulti) il dovere sacrosanto di accogliere i loro errori e poi, solo poi, di aiutarli a comprenderli e a non commetterli più.

Nell’educazione dei figli abbiamo una doppia possibilità: o scegliamo di “crescere con loro”, o decidiamo che loro sono “nati già grandi”. 

Io ho scelto di crescere con loro, dal primo giorno che li ho sentiti nella pancia, prima ancora di leggere questo brano, ma si sa, la stanchezza, la ripetitività delle “discussioni”, la maggior difficoltà di “gestione” attraverso la “democrazia”, possono far dimenticare che un bambino deve poter sperimentare e sbagliare per poter crescere, deve poter verificare per fare proprio, metabolizzare, ciò che gli viene insegnato… ha diritto  al tempo necessario per crescere e diventare un Uomo o una Donna in un tempo adeguato.

Credo fermamente che ogni genitore dovrebbe  almeno leggerlo prima di compiere la sua scelta e per questo lo riporto qui


“Ascolta, figlio: ti dico questo mentre stai dormendo con la manina sotto la guancia e i capelli biondi appiccicati alla fronte. Mi sono introdotto nella tua camera da solo: pochi minuti fa, quando mi sono seduto a leggere in biblioteca, un’ondata di rimorso mi si è abbattuta addosso, e pieno di senso di colpa mi avvicino al tuo letto.
E stavo pensando a queste cose: ti ho messo in croce, ti ho rimproverato mentre ti vestivi per andare a scuola perché invece di lavarti ti eri solo passato un asciugamano sulla faccia, perché non ti sei pulito le scarpe. Ti ho rimproverato aspramente quando hai buttato la roba sul pavimento.
A colazione, anche lì ti ho trovato in difetto: hai fatto cadere cose sulla tovaglia, hai ingurgitato cibo come un affamato, hai messo i gomiti sul tavolo. Hai spalmato troppo burro sul pane e, quando hai cominciato a giocare e io sono uscito per andare a prendere il treno, ti sei girato, hai fatto “ciao ciao” con la manina e hai gridato: “Ciao papino!” e io ho aggrottato le sopracciglia e ho risposto: “su con la schiena!”.
E tutto è ricominciato da capo nel tardo pomeriggio, perché quando sono arrivato eri in ginocchio sul pavimento a giocare alle biglie e si vedevano le calze bucate. Ti ho umiliato davanti agli amici, spedendoti a casa davanti a me. Le calze costano, e se le dovessi comprare tu, le tratteresti con più cura.
Ti ricordi più tardi come sei entrato timidamente nel salotto dove leggevo, con uno sguardo che parlava dell’offesa subita? Quando ho alzato gli occhi dal giornale, spazientito per l’interruzione, sei rimasto esitante sulla porta. “Che vuoi?” ti ho aggredito brusco. Tu non hai detto niente, sei corso verso di me e mi hai buttato le braccia al collo e mi hai baciato e le tue braccine mi hanno stretto con l’affetto che Dio ti ha messo nel cuore e che, anche se non raccolto, non appassisce mai. Poi te ne sei andato sgambettando sulle scale.
Bé, figlio, è stato subito dopo che mi è scivolato di mano il giornale e mi ha preso un’angoscia terribile: Cosa mi sta succedendo? Mi sto abituando a trovare colpe, a sgridare; è questa la ricompensa per il fatto che sei un bambino, non un adulto? Non che non ti volessi bene, beninteso: solo che mi aspettavo troppo dai tuoi pochi anni e insistevo stupidamente a misurarti con il metro della mia metà.
E c’era tanto di buono, di nobile, di vero, nel tuo carattere! Il tuo piccolo cuore così grande come l’alba sulle colline. Lo dimostrava il generoso impulso di correre a darmi il bacio della buonanotte. Nient’altro per stanotte, figliolo. Solo che son venuto qui vicino al tuo letto e mi sono inginocchiato, pieno di vergogna.
E’ una misera riparazione, lo so che non capiresti queste cose se te le dicessi quando sei sveglio. Ma domani sarò per te un vero papà. Ti sarò compagno, starò male quando tu starai male e riderò quando tu riderai, mi morderò la lingua quando mi saliranno alle labbra parole impazienti. Continuerò a ripetermi, come una formula di rito: “E’ ancora un bambino, un ragazzino!”
Ho proprio paura di averti sempre trattato come un uomo. E invece come ti vedo adesso, figlio, tutto appallottolato nel tuo lettino, mi fa capire che sei ancora un bambino. Ieri eri dalla tua mamma, con la testa sulla sua spalla. Ti ho sempre chiesto troppo. Troppo.”
W. Livingstone Larned

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Solitudine

29/05/2013


A volte capita che ci si senta sole, pur stando in compagnia di una moltitudine chiassosa….. ma che non si abbia più forza o voglia per nulla…. e che si abbia la sensazione di vivere dentro un’eterna sconfinata burla, quasi un film che si guarda con distacco dal di fuori perché non se ne sente l’appartenenza…..
ed è allora che si desidera, si ha bisogno di uno spazio, un qualunque piccolo spazio segreto, un anfratto di solitudine nel quale rifugiarsi per piangere o ridere con totale abbandono e disinibizione, con la certezza di non incontrare alcuno sguardo inquisitore, alcun giudizio proferito con spietata fredda superiorità distaccata….. ma una solitudine non trincerata, nella quale lasciare comunque aperti degli spiragli dai quali uscire e rientrare, andare e tornare, e poter scegliere chi incontrare……
e se capita che chi si sceglie di incontrare non sa, o non comprende, o non vuole, o non può accettare di essere “il/la prescelto/a”? be’, allora non resta che approfittare di qualche istante fugace che ci si deve far bastare tutto il tempo necessario fino alla “prossima volta”……
ma quando il dolore è lacerante e la disperazione pressante sarebbe bello riuscire a  liberarsi di tutto ciò che è superfluo…… e di tutto ciò che se non si può avere come si vorrebbe  fa ancora più male….. ed è proprio quello il momento in cui si rischia di abbandonare, con dolore, con sofferenza, ma paradossalmente per sentire meno dolore……
ed è proprio quello il momento in cui si vorrebbe fuggire, ma non si può venir meno alla realtà e bisogna restare…….

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Ascoltando Vecchioni

27/05/2013

Sogna ragazzo, sogna – R. Vecchioni . caricato da radioitaliaweb

Vecchioni……. Roberto Vecchioni l’ho riscoperto in un momento complicatissimo della mia vita, un momento in cui rasentavo la disperazione perché fu proprio in quel periodo che il panico, già da tempo latente, fece il suo esploit…… per caso mi imbattei nel suo (all’epoca) ultimo cd, Sogna ragazzo sogna, e cominciai ad ascoltarlo in continuazione. E fu così che trovai l’anello mancante della mia vita: i compositori, Bach, Schumann…Wagner, Chopin….Beethoven, Shubert….. avevano sempre rappresentato il tramite tra il divino ed il terreno, ERANO la voce del divino che si manifesta, ed io attraverso il pianoforte avevo la possibilità di toccare, entrare, appartenere a questa essenza…. quando suonavo la mia mente diventava musica, suono, ritmo…..io stessa diventavo tramite tra la loro feconda creatività e il mondo circostante….. l’abbandono del pianoforte mi aveva privata di questa partecipazione diretta alla potenza della creazione, ascoltare un disco mi irritava, quasi un dito nella piaga….. certo, avevo vissuto la “mostruosità” del divino attraverso le gravidanze, e mai mi ero sentita così “potente”, ma il vuoto lasciato dalla musica si faceva sempre più forte….. Vecchioni con le sue parole, col suo canto, è riuscito a colmarlo quel vuoto, perché con un sol verso spesso ha avuto ed ha tuttora la capacità di mettermi in contatto col mio universo, con il mio sentire, con la mia anima……. dice ciò che direi io se sapessi farlo come lo fa lui! e da allora ho cercato di esserci ogni volta che cantava o era ospite di qualche manifestazione in luoghi raggiungibili 

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ed è irrinunciabile parte della mia quotidianità attraverso l’ascolto di una canzone, un’intervista, un intervento, una lezione, o la lettura di un suo libro……. spesso non sono stata capita in questa mia “fissazione”: può una donna adulta “perdere così tanto tempo” come un’adolescente?può una donna adulta arrivare ad incorniciare una locandina di un cantante e metterla in pieno corridoio proprio come faceva quando aveva 15 anni?

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ebbene si, perché se riesci a ritrovare l’entusiasmo per ciò che ti scalda il cuore e ti fa star bene con te stessa nonostante l’età, nonostante il panico, vuol dire che ad invecchiare è stato solo l’involucro….. la tua parte bambina, invece, è salva …..

TU sei salva proprio grazie a quella “perdita di tempo”……. ed io qui spero proprio di riuscire a “contagiare” e salvare altri cuori con Vecchioni…….

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E invece non finisce mai – R. Vecchioni

27/05/2013

E invece non finisce mai – R. Vecchioni _ caricato da #RobertoVecchioni

“…che più oltre di lì non si può andare
quando il cielo è così pieno di luce
che un’altra luce lo farebbe scoppiare
perché l’amore avrà pure un confine
qualcosa come una fine…
…Quando guardo i tuoi occhi
e mi sorprendo che tu sia bella più di prima
che mi facevi impazzire,
al solo immaginare la tua pelle,
così talmente oscena
come potevo pensare allora,
che eri il mio scandalo, la mia bambina,
che avrei potuto amarti sempre più
nei giorni che la bellezza trema.
Perché, pensavo, ci sarà pure una fine
quando non c’è più spazio per tenerlo dentro,
un momento che l’amore non potrà, non saprà,
non ce la farà più ad aumentare,
che non avrà più niente da dare.
E invece non finisce mai
si fa più piccolo che può
e ti sta dentro e cresce sai
com’è possibile non so….”

……. già……. quando si è giovani non si riesce ad immaginare quanto può crescere l’intensità di un amore, quanto perde di consistenza tutto ciò cui si dava importanza “prima” di inoltrarsi in qualcosa di probabilmente meno appariscente ma molto, molto più intenso e profondo……

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A.A.A.CERCASI UOMO PER RISPOSTE MASCHILI

27/05/2013

 

What ever you want – Status Quo – caricato da Mark nonoame

ci sono brani degli Status Quo, come dei Genesis e dei Pink Floyd, che sono per me un simbolo: erano infatti il mio modo di “staccare”, la mia “pausa time”, il passaggio dallo studio della musica alla fruizione della musica

 

……uhm, mio carissimo amico, è un pezzo che ci penso: vorrei rivolgere ad un Uomo una serie di domande su certe situazioni e certi ambiti cui non so trovare risposta, che mi hanno ferita profondamente ed hanno scavato un solco profondissimo fra me e il mio stupendo uomo e che, nonostante gli innumerevoli tentativi di andare oltre, di lasciarseli alle spalle, vuoi perché si ripropongono sistematicamente, vuoi perché forse sono io ad essere “limitata”, non si riesce a colmare, non si riesce a risolvere……

situazioni che non riesco a comprendere, credo proprio perché non riesco a guardare da un punto di vista diverso dal mio.
ed io quell’Uomo, in fondo, l’ho trovato: saresti tu!
non mi pongo mai di fronte a situazioni diciamo “estranee” a me in modo prevenuto, perché credo che mettere i paletti serva solo a limitare i confini della nostra crescita, sia personale che di coppia, e credo anche che non ne esistano di prestabiliti, a parte quelli del vivere civile, decisamente irrinunciabili, e quelli di un moralismo bigotto che la fa ancora da padrone nella nostra società ma che non mi appartengono per nulla, anzi, e quindi per me inesistenti…….
peraltro, soprattutto in certi ambiti, credo che l’intimità di una coppia presupponga la possibilità e l’impegno di spogliarsi di qualunque abito, soprattutto quelli mentali….. se non si raggiunge questo stato, tutti gli anni condivisi in fondo sono solo parzialmente reali, quasi finti…….
certo, questo dipende dalla molla che ha fatto scattare il bisogno di condividere la propria vita con una precisa persona……
be’, conosco molte donne che lamentano il proprio stato di separate perché devono provvedere a riprendere i figli in tardo orario, a portare l’auto dal meccanico, a star per terra a sturare la cassettina dello scarico ….. e, non ultimo, per la precarietà o scarsezza delle opportunità di scopare……
be’, questi non sono mai stati i miei obiettivi, anzi, io avevo ipotizzato, e ci credevo con tutta me stessa, una vita da single!!!
già da ragazzina mi ci vedevo immersa; la MIA casa, fatta a misura e piacere personale…… i MIEI oggetti, quelli che ti legano al passato, quelli che ti proiettano nel futuro e quelli che non ti servono a una virgola ma GUAI a buttarli!!!

 


…… e la filodiffusione!

filodiffusione

ricordo che da bambina ero terribilmente affascinata dalla filodiffusione: l’idea di non perdere nemmeno una nota nemmeno spostandosi da un ambiente all’altro mi faceva elettrizzare!……. ed un impianto stereo con quattro casse collocate nei punti giusti! ma non casse qualunque, eh! quattro casse TECHNICS nonmiricordochemodello potenti che se le alzi troppo i bicchieri nella vetrina tintinnano e la signora di sopra ti bussa coi tacchi per farti abbassare e tu lo fai pensando “che palle”!!!…….


l’obiettivo era creare quello spazio che se ti ci siedi dentro, semmai per terra, ti fa sentire al centro dell’universo, con suoni e note che ti rimbalzano da ogni dove e ti consentono di perderti in un’estasi sensoriale inimitabile e che ci puoi cantare da sopra anche a squarciagola, tanto è così forte il suono che non ti riesci a sentire nemmeno tu!…….
e una cucina con tutti i piccoli elettrodomestici sistemati su una mensola lunga quanto il suo perimetro, sempre pronti all’uso, con ganci e maniglie per mestoli, schiumarole, coltelli, taglieri e tutte quelle schifezzelle varie che si ordinavano sui cataloghi Mille Idee, che sbavavi per averli, tipo, che so, quell’aggeggino che promette di sostituirsi ad almeno 10 cuochi: pela, sminuzza, affetta, fa cubetti, le carote julienne, gratta, grattugia, trita l’aglio, snocciola le olive….. si, ma….. cazzotenefai che c’hai il robot?!? ma…..ma….. ma è insostituibile; TOGLIE IL TORSOLO DELLE MELE!!!……. ah, sapere che sono lì, lì proprio per te, ti fa schizzare di gioia! poco importa che li prenderai solo per pulirli ogni tanto per toglierci la polvere da sopra…..
tocco finale una macchina tutta mia! una macchina sportiva, semmai una bellissima PORSCHE 928 nero lucido (MAGARI!) con cui poter correre fino ai limiti della terra, diventando un tutt’uno con lei, diventando io parte di lei e lei di me…..

 

porsche 928 nero_

una volta ricordo che me la vidi davanti all’improvviso: cosa avrei dato per poterla toccare! avevo poco più di una ventina d’anni, avevo appena lasciato il mio ragazzo alla stazione ferroviaria e come mi immisi sulla variante alla statale mi sorpassò. Allora non c’erano mica i limiti che ci sono oggi: decisi di starle dietro con la “mia” (in realtà era di mamma) utilitaria 900 di cilindrata che amavo da morire, ma che sforzai al punto da farle gridare RALLENTAAAAAAA!!!!! STO TREMANDO TUTTAAAA!!!!! NON LO SENTIIII? ma chissenefregava allora…….

ed ero pronta a viverla così la mia vita, a meno di…… a meno di non trovare un “COMPAGNO”….. un compagno con cui avere (e cui dare) la possibilità di condividere tutto, ma proprio tutto! quindi niente paletti!
eh, i paletti….. i paletti non esistono…..però se ci si rende conto che il cuore sta per scoppiare, forse è il caso di ascoltarlo e dare la priorità a sé stessi, perché non si può permettere che nessuno stropicci, calpesti, schiacci, quello che siamo noi, e questo può succedere quando, per “crescere ancora”, bisognerebbe contemporaneamente disconoscere sé stessi….. non lo si può permettere nemmeno quando ami il tuo uomo al punto di stravolgerti completamente e non avere niente di tutto quello che avevi immaginato……. niente, a parte il levatorsolidallemele……

levatorsoli
ecco, questo è il limite per me, il MIO limite!
sono anni che cerco di districare questa matassa, di venirne a capo, e sistematicamente, quando credo di aver trovato un equilibrio, ecco che si scombussola di nuovo tutto…..
ed è proprio in quei momenti che vorrei avere un Uomo cui chiedere di guardare il groviglio insieme a me ed aiutarmi a districarlo e trovarne il capo……
eh….. mi “serve” un Uomo! che ovviamente non può essere un uomo qualunque!!!
a me “serve” un Uomo che abbia le stesse esperienze di vita del MIO uomo, e parlo di figli adolescenti, famiglia, moglie….. la moglie che si da sempre per scontata, che si sa che sta lì sempre pronta a soddisfare le tue esigenze….. a stirare le tue camicie…… e tu, tu saresti perfetto……
ma tranquillo, a meno di non uscire di testa, non ti verrò mai a seccare con le mie elucubrazioni mentali (a parte ora) e i miei casini reali……
e allora sai perché ti sto scrivendo? lo sto facendo perché ho un fottuto bisogno di sapere che, nel caso remotissimo dovesse succedere, ci saresti!!!

 

 

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A TE

26/05/2013

 

Non so perché…….. improvvisa la smania di disegnare il tuo volto….. prendo una lamina di bronzo e gli incisori……… uhm…. difficile con la memoria visiva riprodurre le tue sembianze, ho bisogno di averti davanti per riuscirci…. del resto, più di una volta sono stata capace di fermarmi a parlare con emeriti sconosciuti nella totale convinzione che fossero altri, o di non riconoscere zio Aldo, faccia a faccia; chiudo gli occhi, penso a mio figlio e non riesco a “vederlo”, figuriamoci se riesco a riprodurre te che non vedo da così tanto tempo…...per quanto possa essere “doloroso” ammetterlo, non riesco proprio a rivederti nella mente, meglio essere pratici! prendo una foto, un primo piano, lo scannerizzo, lo ridimensiono in modo che occupi tutto il foglio…….. ecco, sono pronta, riprendo gli incisori e comincio a riprodurre i tuoi lineamenti……… la tua immagine inizia a venir fuori da quella fredda lamina……. ho scelto il lato bronzo per dare un po’ di calore, ma……. accidenti, ho sbagliato! è così difficile rimediare ai difetti dello sbalzo……. ma perché riesco sempre a complicarmi la vita? una matita e una gomma no, eh?…… scelgo sempre tecniche in cui non si possono cancellare gli errori: l’incisione su vetro, su bronzo….. chissà perché…… eppure non ho mai pensato di essere infallibile, sono sempre pronta a dover rimediare ad un errore……. ah, ecco, forse è questo il nocciolo: quando incidi, gli errori non puoi cancellarli, puoi solo rimediare facendoli rientrare nel disegno….. be’, è più realistica come soluzione: nella vita non ce l’hai mica il tasto reset, se commetti un errore te lo porti dietro per tutta la vita, a meno che non riesca a camuffarlo al punto da renderlo invisibile…… già, invisibile……. ma solo agli altri, perché tu sai che c’è, te lo trovi sempre davanti e semmai lo vedi anche più grande di quello che è…… c’è poco da fare, per quanto possa sognare, giocare con la fantasia, la mia parte razionale ha sempre il sopravvento…… anche nella scelta di una tecnica grafica…… è un aspetto di me che  non posso combattere, non posso vincere: vivere con i piedi per terra…… essere razionali…….

e intanto il cuore fa un balzo: improvviso balena il ricordo delle rughe che ti solcavano la fronte quando la aggrottavi…….. quanti ricordi…… e quanto mi manchi………. un attimo e rivedo le tue folte sopracciglia…… sorrido, erano talmente lunghe da arricciarsi….. e che sguardo che avevi…. intenso più di  quello di Diabolik……. da piccola, colta sul fatto di una qualunque marachella, bastava che mi guardassi e mi bloccavo…… in verità funzionava così per tutti e quattro…… sorrido ancora, non posso non pensare a quella volta che io e Marina ci accorgemmo della tua presenza sulla porta e non avvertimmo Carola che continuava a buttare a terra di tutto per farci dispetto e quando se ne accorse, sorpresa dal nostro non reagire, si bloccò con quello che aveva in mano e, piccola com’era, sfidò il tuo “PIANTALA!” con un “dove sta?” e tu, già meno arrabbiato, COSA? e lei, con la vocina piccola più di lei,  ”la pianta…” …… quanto tempo che non ti abbraccio…….

accidenti, ma perché per quanto mi possa sforzare di riprodurti nei minimi dettagli questa lastra rimane una lastra e basta?…….. lascio cadere l’incisore, guardo la lastra: in effetti un po’ ti somiglia, ma chissà, forse dipende dal fatto che mi sei talmente dentro che riesco a vederti anche fra qualche tratto a malapena accennato…… osservo meglio, non è un capolavoro, ma si vede che sei tu……. ma sei freddo….. sei così freddo……. freddo  come l’ultima volta che ti ho baciato…… una lacrima scorre sul mio viso……. cosa credevo di fare? manco avessi potuto evocarti….. e mi perdo sconfitta nell’immagine che mi rimanda la foto: bello, solare…… e mi immergo nel ricordo di quando, bambina, ti stavo in braccio….. le tue braccia così muscolose e forti…. e pelose! :-) …. quanto mi piaceva giocare con i peli delle tue braccia…… e poi rivedo la secchezza delle tue braccia negli ultimi tempi……. ma la voglia di godere del tuo contatto è talmente forte da scacciare subito quel triste ricordo e mi viene in mente il tuo istintivo scansarti quando, bambina, pur sapendo che ti dava fastidio, cercavo di scompigliarti i capelli…… e poi penso a tutte le volte che ho pianto spaventata dall’idea che non saresti più tornato ogni volta che partivi per lavoro e mi rifugiavo tra le braccia di mamma chiedendole “mamma, ci coccoliamo un po’?” e lei, seduta in poltrona, mi teneva stretta e mi diceva che saresti tornato presto….. ed io aspettavo…… e tutto il mondo sapeva che io aspettavo, che non c’eri, che eri fuori, perché mi mancavi così tanto che lo dicevo a tutti…… aspettavo finché non bussavi alla porta, poggiavi la valigia sul letto e da lì cominciavi a tirar fuori tutte le novità che ci avevi portato dall’America per farci capire che anche quando eri lontano ci tenevi tutte nel tuo cuore e pensavi a noi…… ed io, dei tuoi lunghi viaggi, immaginavo solo i momenti in cui andavi nei negozi per comprarci qualcosa di speciale…….. come dimenticare la bambolina che faceva la pipì e lacrimava se le muovevi la gambetta o il braccino? o la cintura elastica per i libri che sfoggiavo orgogliosamente a scuola perché “me l’ha portata papà”?  ce l’ho ancora gelosamente conservata!…….

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io aspettavo e quando sentivamo il campanello era tutto un subbuglio, correvamo tutt’e tre verso la porta d’ingresso urlando PAPANIIIII!!!!!!! e ti abbracciavamo chi le gambe, chi in vita, impedendo a mamma di avvicinarsi anche lei, ed era un tripudio di gioia……

torno alla realtà……. adesso non serve più aspettare….. e forse nemmeno ricordare…… e mi rendo conto che in fondo tentando di dar vita al tuo viso sulla lamina di bronzo ho voluto che quella bambina tornasse per ritrovarti, ma ho rivissuto un dolore pazzesco: dover continuare nonostante la perdita, sapere di non potermi fermare……. il dolore del distacco da te….. sapere che la vita sarebbe andata avanti nonostante la tua assenza, il “per sempre mai più” arrivato per te, il dolore di doverti lasciare andare…… la consapevolezza di non poter più essere rassicurata dalla promessa di mamma che saresti tornato…… sensazione di impotenza……… mi arrendo, non posso far altro…… nonostante tutti gli anni trascorsi da quando sei andato via per sempre, tutto ho rivissuto ieri, ma non solo per te….. è altro che è andato via ieri…… via per sempre……. ti voglio bene papà…….

 

 

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