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FB: “a cosa stai pensando?”

22/04/2020

e come tutti i santi giorni anche oggi FB mi chiede

“a cosa stai pensando?” 

e diversamente dagli altri giorni non gli rispondo

“ma a te che te ne frega?”

e mi ci metto a riflettere e no, non sto pensando, mi sto analizzando….

anzi sto analizzando le mie paure…..

…..paure?…..

………………uhm…………….

……no, non si tratta di paure vere e proprie, sono certa di non aver paura del covid-19, sarò stupida, irresponsabile, ma che ci posso fare? io non sento “paura”…..

la paura, quella vera, la sentii la prima volta alle 19,34 del 23 novembre 1980:

il terremoto in irpinia!

e quindi in campania!

QUELLA è la MIA idea di “ PAURA”!

quella che con il pavimento sotto i piedi e le gambe sopra ti tremano pure i pensieri!

ovvio che vivo in questo modo forse troppo leggero questo “momento” perché per mia GRANDE fortuna qui in campania la situazione è abbastanza tranquilla e sotto controllo…..

…..fossi stata colpita direttamente o negli affetti, la MIA idea di paura sicuramente coinciderebbe col covid-19!

ma al momento non è così, e spero che così rimanga, così da poter continuare ad avere solo il terremoto quale misura di riferimento per valutare il livello della MIA paura!!! ……

…..e allora se non è paura cos’è? …..

…potrei direi che vado in panico?…..

……macché! non è quello il panico, e lo so bene, anche quello più che sperimentato, ma per fortuna senza strascichi, perché quello, se capisci che sei tu stessa a generarlo, capisci pure che puoi stroncarlo!…

no, il panico, quello, lo puoi gestire!…

…………e allora, che mi succede? ……..

in tilt!!!!

vado in tilt, quello si, vado in tilt come se fossi un flipper, solo che invece di accendersi, le lucine si spengono tutte, la testa si trova al buio e non vedo più!

e penso a vanvera e mi muovo a vanvera!

e succede sempre, tutte le volte che vado a comprare qualcosa…

….e succede perché cerco con tutte le mie forze, coscienti e inconsapevoli, razionali o passionali che siano, di continuare ad avere SOLO ed esclusivamente  il “mio” terremoto/riferimento per la paura……

e meno male che ormai riesco ad organizzare le cose in modo da non scendere, salvo emergenze/eccezioni, più di una volta ogni dieci giorni….

…. e stamattina, puntualmente, è successo….

………….ancora una volta………

e la cosa si deve risolvere, perché, fondamentalmente, il tutto si svolge sotto lo sguardo divertito e compassionevole di mio figlio che, sentita la porta aprirsi, mi raggiunge in cucina e, braccia incrociate, si pianta davanti a me e inizia a godersi lo spettacolo di una me che ogni volta è più cosciente di quanto, totalmente in preda all’irrazionalità, possa far divertire gli altri!

che poi in effetti manco è un dramma, alla fin fine ci si può sentire pure utile a far ridere gli altri, perché ridere fa bene, e far stare bene mio figlio è pur sempre un bel risultato….

ma non rido io! non all’inizio, almeno, e questo non va bene!……

e stamattina, che sono dovuta uscire, ero convinta che sarei riuscita a tenere la situazione sotto controllo, e invece all’ultimo momento mi è letteralmente sfuggita di mano come al solito….

……già entrando nel palazzo, nel prendere le chiavi, mi sono resa conto che si stava mettendo male perché mi sono sentita dir loro:

“voi, comunque, vi ho sistemate, tanto vi prendo con i guanti e, tempo di aprire la porta, finite di nuovo in tasca e ci rimarrete fino alla prossima volta, e il primo passo è fatto”!

e già questo, parlare con le chiavi, già questo non va bene, non va proprio bene, e quindi, intuito come stava girando, uscendo dall’ascensore mi sono fermata e mi sono detta

“paola, controllati!”,

ho tirato un respiro profondo di rilassamento e sono entrata…

…..ma ho vacillato “salutando” le chiavi! …..

…entrata, mi sono detta “dai, cominciamo!”….

e subito dopo

“eh, cominciamo, la fai facile…. cominciamo, ma DA DOVE? cosa tolgo prima? i guanti? la giacca? la mascherina? o le scarpe, che considerato l’uso che se ne fa ultimamente sono diventate quasi un accessorio sconosciuto e sicuramente più insopportabile di prima?”

eh, ma ovviamente non deve scattare improvviso ed impellente il bisogno urgente di andare in bagno? manco fossi stata fuori tutto il giorno!

“ok, allora prima il bagno, sennò non riesco a fare niente!… eh no, non posso, ho cose che devono andare subito in congelatore! .. evvabbé, che sarà mai! aspettano…. già, e ma inizia a far caldo, e già son state fuori un sacco di tempo…..vabbè, dai paola, concentrati, non pensare al bagno e opta per lo svuotamento del carrello… eccerto, ma se indosso ancora tutta sta roba! bene, allora prima la giacca, così ci togliamo di mezzo il problema-giacca”…

….essì, problema, perché la prima volta che sono rientrata, per prima cosa ho preso la giacca e tutto quello che avevo indossato ed ho buttato tutto in lavatrice….

…..poi però mi sono pentita, perché ho pensato che se fosse venuto il terremoto (il pensiero costante del terremoto è un’altra traccia indelebile dell’esperienza passata che non mi abbandona mai) non l’avrei avuta sotto mano….

….eh, si, mio caro governatore de luca, sappi che per quanto grande sia la mia stima per la tua risolutezza nel gestire questa sciagura, per quanto condivida le rigide misure cautelative, sappi che se viene il terremoto io su non ci sto!

questo l’ho detto da subito ai miei figli, alle mie sorelle e a mio fratello:

“si, io resto a casa tutto il tempo che serve, va benissimo, ma sappiate che se viene il terremoto io scendo, e se mi arrestano, pace”….

…..per fortuna, almeno finora, il terremoto non c’è stato, non qui…

….e comunque io la giacca non la butto più in lavatrice, me la levo con cautela e la appendo subito sull’appendiabiti, incastrandola verso il muro, non sia mai qualcuno dovesse urtarla e infettarsi!….

……questa situazione comunque mi ha fatto capire un paio di cose:

1) non avrei mai potuto fare l’infermiera, il medico, la virologa o la biologa, mi sarei sentita sempre sporca e probabilmente non avrei avuto figli per non dover affrontare il terrore di infettarli con qualcosa portata da me! e questa, non avere figli, sarebbe stata davvero una gran brutta cosa…..

; 2) per fortuna non soffro di rupofobia, ovvero paura dello sporco, non avrei retto molto!…

“ok, la giacca è a posto, e adesso? adesso proviamo a togliere i guanti come ha fatto quello in tv: arrotola il centro del guanto intorno all’indice della mano opposta, fai lo stesso con l’altra mano, tira e si sfila….

…eddai, e togliti!….

ma tu vedi!

si allungano ma non si tolgono!….

eccheccavolo!

ma quello l’ha fatto in un secondo!….

evvabbé, pollì, forse quello non aveva i guanti power free!”

ok, tolti i guanti facendo finta di esser riuscita a fare come quello in tv, corriamo in bagno a lavare le mani ma senza sostare più del necessario per salvare i surgelati!

ok, ci siamo, passiamo al carrello…

“uhccavolo, il carrello! ho tolto i guanti e non ho disinfettato prima il carrello! e ma con i guanti infetti che senso avrebbe avuto disinfettare il carrello? quindi? quindi un altro paio di guanti! ma devo togliere ancora la mascherina, prima la mascherina!…

questo virus costa troppo!

è uno che spinge allo spreco!

mi fa una rabbia dover buttare guanti integri ogni volta!… “

intanto mio figlio, che già mi ha osservata durante l’operazione guanti e mascherina senza dire una parola, poiché il mio dialogo con me stessa e con le cose con cui ho a che fare ogni tanto si sposta sul piano verbale, in quei momenti cambia espressione, e il suo sguardo divertito si fa misto di un po’ di preoccupazione, ma continua ad essere solo spettatore…. sempre piantato lì, braccia conserte…..

io ormai ci ho fatto l’abitudine a questa sua supervisione immobile e non mi arrabbio manco più, anzi la prendo come sprone per non perdere, finché ci riesco, il controllo di me stessa e delle mie azioni…..

fra un dubbio e un altro circa la contaminazione degli oggetti prendo con le punte dei polpastrelli le bottiglie dei detersivi e mio figlio mi fa “ATTENTA!” e mi fa fare un salto, io lo guardo con aria dubbiosa e lui ridendo mi dice semplicemente “potrebbe essere contaminato!” ed io “ ahè, simò!” e continuo, poi mi fermo: sott’occhio vedo che lui sta per toccare il manico del carrello

“FERMO!!!” …

lui si blocca “che succede?”

“NON TOCCARLO!

mi sono distratta, pensando ai guanti sprecati non l’ho più disinfettato!” e non so nemmeno come mi si materializza fra le mani uno straccetto imbevuto di alcool, ed inizio a strofinare…

“fatto!”

e contemporaneamente sento

“AH!” …

mi blocco, mi giro di scatto, lo guardo con aria interrogativa, e lui mi fa “volevo vedere se stavi attenta!” e mi strizza l’occhio…..

ed è a quel punto che mi fermo, tiro un respiro profondo per rilassare soprattutto la testa, lo guardo e sorrido

“questa storia va risolta, giusto?” …

“eh si, mamma, credo proprio che tu debba risolverla, non reggerai ancora molto se continui così!

ragiona, le mele, le arance, la mozzarella, come le disinfetti?”… e mi abbraccia…

e lo abbraccio…..

virtualmente, s’intende! ;-)

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