Il pianto: un’arma o una difesa? – “Nessuno sa” _ Giancarlo Giuliani

qualche giorno fa mi è capitato di ricevere in posta l’invito a votare, basandosi sugli incipit, per uno dei romanzi che partecipano ad un concorso letterario.

amo la lettura, anche se alterno periodi in cui sono capace di leggere anche due libri in una settimana ad altri in cui per mesi non leggo per nulla.

la mia curiosità, comunque, mi ha spinta ad addentrarmici e mi sono fermata appena ho iniziato a leggere “Nessuno sa” di Giancarlo Giuliani…..

finito di leggere l’incipit e subito dopo averlo votato senza pensarci su due volte, ho deciso di acquistarlo perché sentivo che DOVEVO leggerlo tutto, forse per avere delle risposte, forse per solleticare delle domande, non ha importanza, era fondamentale per me approfondire e capire quel libro ed ho provato una certa delusione quando ho scoperto che non era possibile averlo che in formato KINDLE, ma non tanto per il fatto in sé o per la necessità di avere un lettore, quanto perché questo mi avrebbe obbligata a rinunciare al mio amato cartaceo…. a sentire il fruscio della carta…..al visualizzare quanto manca alla fine per centellinarsi e assaporare gli ultimi passi…….

ma poiché la curiosità era tanta, tantissima, mi sono messa subito alla ricerca di una soluzione ed ho scoperto che era possibile scaricare un’applicazione per il pc….. nel giro di un paio di giorni (i soliti problemi di accesso e riconoscimento password  cui rinnovo settimanalmente l’abbonamento :/ ) il libro era sul mio desktop ed ho iniziato a leggere sempre più convinta di aver fatto la scelta giusta: avevo trovato pane per i miei denti!

io, che certe volte mi sento letteralmente bombardata da pensieri d’ogni tipo, mi ritrovavo con un libro che mi dava davvero da pensare……

in due giorni mi sono ritrovata alla fine….. così, all’improvviso…..

bello ed interessante il tema, lo stile, la struttura, l’idea, stracolmo di “verità” su cui riflettere, alcune discutibili, altre condivisibili, una inaccettabile…..

per me inaccettabile:

Il pianto è un’arma potente, non convenzionale, perché rompe ogni discussione, ogni tesi, ogni ragione

…….. non sono per niente d’accordo! o comunque io non “uso” il pianto come un’arma, anche perché per essere tale dovrebbe essere usata “contro” qualcuno sensibile ad esso, altrimenti è un vero e proprio flop…..

il pianto, quello con le lacrime che ti scorrono sulle guance e ti fa colare il naso, a prescindere dal fatto che ti scuota facendoti singhiozzare o scorra lento, silenzioso, quasi le lacrime traboccassero perché ce ne sono tante che non riesci più a contenerle, quel pianto per me è l’apoteosi del dolore dell’anima, quando è talmente forte che proprio non hai più mezzi e forze per contenerlo….

ed è liberatorio….. perché scarica il dolore, l’amaro, lo sdegno, l’impotenza, la delusione, la rabbia, la frustrazione….

….. piangi perché comprendi che hai sbagliato tutto…..

….. piangi perché non riesci a farti comprendere…..

…… piangi perché hai bisogno di alleggerire l’anima…..

ed è una cosa privata, soffri se succede davanti all’altro, non vuoi impietosire né mostrarti debole, il pianto è un momento solo ed esclusivamente tuo……

serve solo per riprendere le forze……

ecco cosa è per me il pianto……

per usare il pianto come arma credo che invece si debba essere capricciosi, voler arrivare a vincere ad ogni costo e a prescindere da ciò che ha generato la crisi, non avere la minima intenzione di darla vinta…..

è necessario essere coscienti di non poter fare a meno di aggirare e raggirare l’ostacolo ( l’ interlocutore ) se non altro per stroncare la discussione e ci si gioca l’ultima carta, quella che fa impietosire l’altro, che lo disarma perché solleva il suo senso di colpa e vede l’altro come se fosse la vittima, a prescindere dall’avere ragione…….

….e di fatto si vince, a prescindere dalle conclusioni…..

……si vince perché si disarma con la pietà …..

……o con il capriccio…..

…….si fa leva sul genitore che è nell’altro che in quel momento sente di dover consolare il più debole…….

….. …… ……. …… ……..

mamma, perché non mi hai insegnato ad essere capricciosa? ;)

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